Assaggi di tradizioni parmigiane: la Scarpetta di S. Ilario

Il 13 gennaio Parma festeggia ogni anno il suo Patrono, Sant’Ilario di Poitiers. Secondo la leggenda cara ai parmigiani, un giorno un calzolaio vide il Santo attraversare la città scalzo durante una giornata di neve, così gli regalò un paio di scarpe. Il giorno dopo l’uomo, proprio nella posizione in cui il giorno prima erano le scarpe date a Sant’Ilario, trovò un paio di scarpe d’oro. Per ricordare l’evento, pasticcerie, fornai e rezdore preparando i golosi dolcetti che soprattutto i bambini adorano.

Scarpetta della Pasticceria Sole di Parma

Eccone la RICETTA:
Per i biscotti
500 grammi di farina di frumento
4 uova
250 grammi di zucchero
150 grammi di burro
1 bustina di vanillina
scorza grattugiata di un limone
Per la glassa
200 grammi di zucchero a velo, colorante da pasticceria a scelta, perline dolci.

Preparazione:
Versate la farina sulla spianatoia, fate un cratere nel mezzo e qui versate gli ingredienti prima dell’impasto. Fate ammorbidire il burro a temperatura ambiente, rompete le uova usandone due intere e delle altre due i tuorli, impastate un poco le uova prendendo la farina sempre dai bordi e aggiungete il burro ammorbidito, la scorza grattugiata del limone e la vanillina.
Impastate bene fino ad ottenere un composto compatto che stenderete con il mattarello fino a raggiungere uno spessore alto 5mm circa. Con un coltello tagliate la pasta in modo da formare tanti polacchini, cioè le classiche scarpette di Sant’Ilario.
Ungete una teglia di burro, adagiate i biscotti facendoli cuocere in forno a temperatura media finché non avranno formato una crosta dorata (circa mezz’ora).
Nel frattempo preparate la glassa: mettete in una terrina lo zucchero a velo e qualche cucchiaino d’acqua, rimestando con una spatola di legno. Quando il composto avrà raggiunto la giusta consistenza unitevi qualche goccia di colorante di pasticceria. A cottura avvenuta togliete i biscotti dal forno, copriteli con la glassa e ornateli con qualche perlina dolce. Servite stappando una bottiglia fresca di malvasia dolce.

Fonte: http://www.padrenicolacolangelo.com

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