Assaggiare la Malvasia, il vino di Garibaldi

Maiatico, sui colli di Parma, è la terra della Malvasia. Forse non tutti sanno che è anche il luogo in cui Giuseppe Garibaldi soggiornò nella primavera del 1861, ospite della marchesa Teresa Trecchi Araldi a Villa Mutti. A queste giornate di riposo nel Parmense, Giancarlo Gonizzi coordinatore dei Musei del Cibo, ha dedicato il libro “Il vino di Garibaldi, alla ricerca di un mito tra Parma e Caprera“, presentato da Sandro Piovani ieri pomeriggio alla Feltrinelli di via Farini a Parma.

Il vino di Garibaldi

“Il vino di Garibaldi” di Giancarlo Gonizzi

Il volume ha visto la luce durante la creazione della Cantina dei Musei del Cibo di Sala Baganza (PR). Data la quantità di aneddoti e curiosità, la pubblicazione edita da Wingsbert House, nasce infatti dall’esigenza di approfondire il legame tra l’Eroe dei due Mondi e il vino dal colore ambrato protagonista del Museo salese. Immagini e documenti inediti, concessi da archivi privati, completano le pagine del libro ricordando i giorni di riposo del condottiero sui colli di Parma.

Presentazione de

L’autore Giancarlo Gonizzi intervistato da Sandro Piovani

Dopo il suo arrivo in città, Garibaldi fu subito riconosciuto e “la voce si sparse con la prontezza dell’elettrico (il telegrafo, ndr)”. A Maiatico trascorre giorni tranquilli sorseggiando vino per dissetarsi, ascoltando la banda musicale di Sala Baganza e incontrando i contadini. Oltre che della colta marchesa – una delle più belle donne del suo tempo – si innamora dei suoi vitigni, tanto che alla partenza decide di portare con sé alcuni virgulti da impiantare nella sua sassosa Caprera. Ma che fine ha fatto il vino di Garibaldi? La risposta nel libro di Gonizzi.

La Cantina dei Musei del Cibo La Cantina dei Musei del Cibo

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